Torna "Progetto Memoria": raccontare la Puglia l'obiettivo dei sei film finanziati

Esplorare fatti, persone, luoghi, imprese, ancora sconosciute della nostra terra, rilevare presenze ignote e inedite, in un racconto che faccia emergere memorie straordinarie dimenticate o addirittura mai conosciute. Paesaggi e paesi speciali, monumenti nascosti, storie di uomini e di donne messe a tacere dal tempo o storie viventi e sfuggenti cui dare voce.

La traccia della terza edizione del “PROGETTO MEMORIA” di Apulia Film Commission è “PRESENZE” e nasce dall’esigenza di raccontare una Puglia da portare alla luce. Il compito di indagine e scavo, oltre che di racconto, è stato affidato ai 6 progetti vincitori.
Scelti da una Commissione di Valutazione composta dal giornalista Costantino Foschini, dallo scrittore Alessandro Leogrande e dall’esperto senior in gestione progetti comunitari, Giovanni Antelmi, i 6 progetti sono stati selezionati tra 49 presentati. A ciascuno spetterà un finanziamento massimo di 30 mila euro. “Anapeson” (Murex Produzioni Audiovisivi) di Marco Cardetta e Francesco Dongiovanni. I due autori, intendono portare alla luce la cappella ipogea del Casino del Duca, a San Basilio, frazione di Mottola in provincia di Taranto, costruita in una grotta da monaci eremiti basiliani in fuga dai Balcani e dall'Albania. Sull’incipit di un articolo del giornalista e scrittore Alberto Selvaggi, gli autori Antonio Palumbo e Mariangela Barbanente in “Varichina. La vera storia della falsa vita di Lorenzo De Santis” (Nacne), raccontano la storia tutta barese di “Varichina”, singolare personaggio che seppe sfidare le rigide convenzioni dell’epoca facendo outing e dichiarando la propria omosessualità già nel secondo dopoguerra.   Attraverso la commistione fra fiction pura e accadimenti reali, l’utilizzo di attori e l’approccio da inchiesta, Nico Angiuli e Fabrizio Bellomo in “Anna Hoxha” (Onfilmproduction), mettono in scena la leggenda metropolitana di Anna Oxa nipote di Enver Hoxha. La presunta parentela tra la cantante e l’ex dittatore albanese, diventa uno strumento per ripercorrere le relazioni intrattenute tra Italia e Albania, durante un delicato periodo storico internazionale. Attraverso un gioco di paradossi e di “indizi impossibili” si avvalorerà la teoria della leggenda mai confermata dagli stessi protagonisti. Lavorare per la guerra. Costruire mine. Produrre, arricchirsi e poi capire che quella vita non può continuare. Mollare tutto, perdere soldi, potere e anche affetti familiari per ricostruirsi un’esistenza - morale compresa - partendo da meno di zero. E’ la storia di Vito Alfieri Fontana, ingegnere barese, oggi infaticabile “sminatore” al servizio di “Intersos”, organizzazione umanitaria per l’emergenza, che si occupa di liberare le zone di guerra dalle mine. E’ quanto racconta “Memorie Del Sottosuolo – Confessione di un ex fabbricante d’armi” (Fluid Produzioni) di Mattia Epifani. In virtù del protocollo di intesa di intesa sottoscritto il 12 settembre 2014 tra il Centro Nazionale di Cinematografia della Repubblica di Albania e la Fondazione Apulia Film Commission, a partire dall’edizione 2015 oltre ai quattro autori pugliesi, sono stati selezionati anche due progetti di autori albanesi in cui è presente il patrimonio di storie comuni esistenti tra Puglia e Albania. Sono “S.P.M.” -Sue Preziose Mani- (Kube Studios) firmato a quattro mani dall’artista, Adrian Paci e dal regista, Roland Sejko e “Contromano” di Andamion Murataj (Lissus Media). “S.P.M.” racconta del ritrovamento nell’Archivio di Stato dell’Albania, alla fine degli anni 2000, di due sacchetti di iuta segnati con l’etichetta: “Corrispondenza dei cittadini italiani in Albania”. Per la prima volta quelle lettere saranno lette. La selezione è stata fatta direttamente dai registi all'Archivio Centrale dell'Albania, poi trascritte e organizzate per la sceneggiatura in base ai criteri di varietà di esperienza e della provenienza geografica, comprese quelle che partivano da o verso la Puglia.  Infine, “Contromano” (Lissus Media) di Andamion Murataj. Qui l’autore, ricostruisce le vicende di un popolo oppresso e perseguitato. La storia del suo Paese, l'Albania, nel quale il dibattito è caldo e costante sul processo di catarsi che la società dovrebbe intraprendere a proposito di funzionari pubblici e loro collegamenti con i Servizi di sicurezza dell'era comunista. Adem è una di queste persone, un uomo che ha sofferto una persecuzione insensata e vuole venire a patti con il passato sicuro che questo allevierà il suo dolore. Per questo si mette sulle tracce del suo persecutore e lo trova proprio a Bari, in una casa di riposo. “Dunque, sei storie che attraversano il tempo, allargano i confini della nostra regione andando anche al di là del mare, scavano “presenze” inattese, accolgono nuovi ospiti di una memoria in costante dovere di costruzione. Storie che vengono dall’intuito, dall’originalità e dalla ricerca di autori di assoluto interesse”, commenta la presidente di Apulia Film Commission, Antonella Gaeta.   “Progetto Memoria” ha, infatti, l’obiettivo di rafforzare la visibilità e la riconoscibilità della Puglia e del suo patrimonio naturale e culturale attraverso il racconto filmico. Dopo il le due precedenti edizioni, rispettivamente realizzate nel 2008 e nel 2010, l’Apulia Film Commission prosegue il percorso, affidandosi allo sguardo dei giovani filmakers. La Fondazione Apulia Film Commission è soggetto attuatore del “Progetto Memoria”, finanziato dal Programma Operativo Interregionale (POIn) “Attrattori culturali, naturali e turismo” – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2007/2013, Asse II, Linea di Intervento 2.1, nell’ambito dell’intervento “Servizi di valorizzazione integrata”, così come previsto dall’Accordo operativo di attuazione tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Organismo intermedio) e la Regione Puglia.