INSIDE THE MOVIE

MM

 

Per quattro settimane, la città di Lecce si è trasformata nel set en plein air del film "Ne te retourne pas" (Non ti voltare) per la regia di Marina de Van e che vanta un cast di brillanti stelle del cinema europeo: Monica Bellucci e Sophie Marceau.
In esclusiva per la nostra community, la presentazione del film, la storia ed un estratto delle note di regia di Marina de Van.

Buona Lettura!

Intro


"Non ti Voltare" è il titolo della nuova pellicola scritta e diretta dalla giovane regista francese Marina De Van, interpretata da Monica Bellucci, Sophie Marceau e Andrea Di Stefano.
Il film è una produzione realizzata da: Ex Nihilo (Patrick Sobelman - Francia) con StudioUrania (Italia), Samsa Film (Jani Thiltges- Lussemburgo) e Entre Chien et Loup (Diana Elbaum e Sébastien Delloye - Belgio). 13 sono le settimane di riprese di cui 4 a Lecce e dintorni. con la collaborazione della neonata Apulia Film Commission, per poi proseguire a Parigi e nel Lussemburgo. Le riprese in Italia sono iniziate lunedì 22 ottobre.
La distribuzione internazionale è affidata a Wild Bunch, quella italiana è a cura della BIM.
Marina De Van, regista del film, è conosciuta e apprezzata in Francia grazie alle sceneggiature di "Otto Donne" e "Sotto la sabbia" di François Ozon. Inoltre è stata autrice e regista del film "Dans Ma Peau".
In "Non ti Voltare" affronta il tema del "doppio", giocando su due grandi icone del cinema contemporaneo: Monica Bellucci e Sophie Marceau.

La Storia
Jeanne (Sophie Marceau), sposata e madre di due figli, avverte improvvisamente alcuni cambiamenti nella sua vita quotidiana, nella sistemazione della casa e sente che il suo corpo si sta trasformando, senza che nessuno se ne renda conto. Nonostante gli altri minimizzino il suo stato di disagio, attribuendolo alla stanchezza per la scrittura del suo nuovo libro, Jeanne percepisce che si tratta di qualcosa di più profondo. Un giorno, a casa di sua madre, scopre una fotografia che le suggerisce la pista di una donna che vive in Italia. Qui Jeanne, ormai fisicamente trasformata (Monica Bellucci), troverà la soluzione alla sua misteriosa identità.

Estratti dalle
NOTE DI REGIA
di Marina De Van

In Non ti voltare, ho voluto trasformare questo racconto di una metamorfosi, spesso implicita e simbolica, in una realtà percettibile, un vero e proprio evento – come in un film fantastico, ma con un tono e un obiettivo diverso.

Contrariamente al cinema fantastico, lo sconvolgimento dell’universo di Jeanne non ci conduce dentro a nessuna realtà parallela o sovrannaturale. Per via della sua materialità enigmatica, la metamorfosi che si manifesta qui, e che tocca oggetti e personaggi, appare piuttosto il frutto di uno spirito che diventa sempre più fragile fino a precipitare nella produzione insensata di forme immaginarie.

Ma anche qui, questa alternativa fra follia e sovrannaturale non è un’illusione, poiché è una terza via che ho cercato di esplorare attraverso il meccanismo del racconto: la metamorfosi "delirante" che si realizza nel mondo di Jeanne è infatti la costituzione di una realtà che, lungi dall’essere fugace e dal tradire il trionfo dell’immaginario su una realtà rifiutata, rappresenta al contrario l’unica realtà autentica di questa storia, la sola realtà che Jeanne e gli altri personaggi del film possono condividere e che possono perciò considerare obbiettiva – una realtà nella quale Jeanne, prigioniera delle bugie e delle finzioni imposte dal suo passato, non sapeva di vivere e di cui il film ci narra la dolorosa ri appropriazione.

In Non ti voltare, la metamorfosi rappresenta così un’acquisizione di sapere: man mano che Jeanne capisce e si ricorda del suo percorso, la realtà stabile e apparente in cui viveva prima si screpola fino a rivelare la sua finzione.

Al pari di Jeanne, vorrei infatti che lo spettatore fosse in preda al dubbio e che si interrogasse: vorrei che provasse in modo chiaro impressioni e emozioni che, in forma minore, appartengono anche alla sua ordinaria esperienza.
Chi di noi infatti non ha mai provato un sentimento fugace di estraneità di fronte a una modifica del contesto, a un piccolo cambiamento su di un viso famigliare, o a qualche tumulto di un legame affettivo?