Cineporto di Foggia / "Unlearning": un viaggio per disimparare

Si chiama Unlearning, disimparare, ed è un viaggio alla scoperta delle persone che hanno deciso di cambiare.
E’ il viaggio di Lucio Basadonne, regista, Anna Pollio, insegnante, e dalla loro bambina Gaia di 5 anni, una famiglia di Genova che per prima ha deciso di cambiare e andare alla scoperta dell’essenza della vita in un viaggio fuori dagli schemi: sei mesi in giro per l’Italia con 600 euro attraverso ecovillaggi, comunità, famiglie itineranti. Dal loro viaggio è nato Unlearning, un docufilm che descrive il cammino fatto per disimparare le proprie abitudini e affrontare la vita con uno spirito nuovo confrontandosi con modelli alternativi. Unlearning, letteralmente disimparare, dopo aver girato tutta l'Italia arriva anche a Foggia, mercoledì 18 novembre alle 20.00 presso il Cineporto di Foggia in via s. Severo km 2. A presentarlo sarà il regista e ideatore Lucio Basdonne.
La famiglia è partita da Genova senza auto, per vivere ha utilizzato il baratto e il web grazie e alla sharing economy, l’economia dello scambio. Così per gli spostamenti hanno usato i passaggi di BlaBlaCar e per lavorare in cambio di vitto e alloggio si sono serviti di Workaway, Helpx e Wwoof e per scambiare la propria casa di Genova hanno utilizzato Couchsurfing e Home Exchange.
Il loro background cittadino si è scontrato con ecovillaggi vegani, raduni fricchetoni, ospitalità in grotte o in roulotte, scuole libertarie e comuni anarchiche. Hanno pulito stalle, smontato tendoni circensi, recuperato cibo scaduto dai container con la comunità Freegan... Hanno insegnato in asili libertari dove i bambini hanno il diritto al rischio e possono allontanarsi liberamente e hanno vissuto in compagnia del popolo degli Elfi, nelle valli del pistoiese. In ogni tappa hanno incontrato bambini, nuovi modelli di famiglia, di educazione e di alimentazione.
Tutti cercatori, verso una vita più a misura d'uomo e a contatto con la natura.
Unlearning è un documentario sulla fiducia, su un'Italia di uomini, donne e bambini che, all'omologazione, hanno risposto facendo della propria esistenza un inno alla diversità per aprirsi al cambiamento. Se lasciassimo la zona comfort della nostra esistenza, “disimparando” la religione del comfort per condividere i tempi, gli spazi, le logiche e i meccanismi di relazione con chi ha un concetto diverso di famiglia? Come vedremo la nostra vecchia vita al nostro ritorno? E, soprattutto, la vorremmo ancora?