Prosegue al Cineporto di Bari “Registi fuori dagli sche(r)mi”, rassegna di film mai distribuiti in Italia. Giovedì 31 alle 20.30 al Cineporto di Bari, sarà proiettato il film “Twentynine Palms” (Francia 2003) di Bruno Dumont. La pellicola sarà introdotta dai critici cinematografici Giulio Sangiorgio (redattore del settimanale Film Tv e della rivista online Gli Spietati, nonché collabora al mensile [duel]lanti e al trimestrale online Filmidee) e Alessandro Baratti (redattore della rivista online Gli Spietati).
Presentato in Concorso a Venezia nel 2003, Twentynine Palms è il terzo lungometraggio di Bruno Dumont dopo l’unanimemente apprezzato “La vie de Jésus” e il pluripremiato “L’humanité” (Grand Prix e migliori interpretazioni per i due interpreti al 52° Festival di Cannes). Pellicola in bilico tra il road movie e l’horror, Twentynine Palms raffigura il disorientato girovagare nel deserto del Mojave di una coppia a bordo di un voluminoso fuoristrada. Lui è un fotografo americano impegnato in imprecisati sopralluoghi, lei la sua compagna che non parla inglese.
Tra loro comunicano maldestramente in un francese minimale e stentato, fanno sesso a più riprese, litigano, si riappacificano. Soprattutto si perdono nella distesa orizzontale del deserto. Qualcosa sembra minacciarli, una presenza indefinita che progressivamente si fa sempre più incalzante: la paura proviene dal vuoto, dal nulla. Si tratta dello stesso terrore provato da Dumont durante i sopralluoghi di un progetto mai portato a termine intitolato The End, un film fantastico sull’aura del cinema americano.
Tornato in Francia, il cineasta di Bailleul scrive la sceneggiatura in due settimane alla stregua di un saggio cinematografico, qualcosa di vagamente sperimentale: soltanto una coppia e la paura generata dal deserto americano. Ne scaturisce un film brutale, selvaggio, barbaro: “Voglio che il cinema sia un momento di regressione totale e che la questione della morale non si ponga eventualmente che dopo la proiezione” (Bruno Dumont). Twentynine Palms: la crudezza traumatica del vuoto.
La rassegna, organizzata da Caratteri Mobili, Apulia Film Commission e la rivista online di cultura cinematografica UZAK.it, prevede la proiezione dei film in lingua originale e sottotitolati. Il programma completo è consultabile sui sitihttps://www.apuliafilmcommission.it/category/eventi (ingresso libero sino ad esaurimento posti, info: 334.165.21.21).
BIOGRAFIA BRUNO DUMONT
Nato il 14 marzo 1958 a Bailleul, cittadina settentrionale in cui ambienterà le sue due prime pellicole, Bruno Dumont è una delle ultime grandi rivelazioni del cosiddetto “giovane cinema francese”. Con soli sei lungometraggi all’attivo, due dei quali insigniti del prestigioso Grand Prix al Festival di Cannes nel 1999 e nel 2006, Dumont si è perentoriamente imposto come uno dei cineasti più radicali e controversi della contemporaneità. Dalla tragedia adolescenziale con risonanze cristiche de L’età inquieta (La vie de Jésus, 1997) all’ardente estremismo religioso di Hadewijch (2009) - passando per la riscrittura antispettacolare del poliziesco (L’humanité, 1999), dell’horror (Twentynine Palms, 2003) e del war movie (Flandres, 2006) - il cinema di Dumont indaga essenzialmente la dimensione irrazionale della condizione umana e la natura primordiale del sacro. Ascetica e senza pudori, la sua ricerca concreta e spirituale al tempo stesso culmina nel misticismo ateo di Hors Satan (2011), film-summa che rifiuta definitivamente gli schemi della narrazione didascalica e della parabola esemplare, confidando esclusivamente nel potere trascendentale della messa in scena. Il suo settimo film, Camille Claudel 1915, con Juliette Binoche nei panni della scultrice internata in manicomio, sarà in competizione alla Berlinale 2013 e uscirà nelle sale francesi nel mese di marzo.