"Roma città aperta" nel Circuito d'Autore per Il cinema ritrovato

Manifesto del neorealismo e simbolo della Resistenza italiana, “Roma città aperta” torna a vivere nella versione restaurata grazie al ciclo “Cinema ritrovato” curato dalla Cineteca di Bologna e che in Puglia ha trovato casa nel Circuito D’Autore di Apulia Film Commission.
Il capolavoro di Roberto Rossellini (1945), sarà in programmazione:  il 31 marzo al Piccolo di Bari (h 18.30 e 20.30) e al Db d’essai di Lecce (h 19.00 e h 21.00); il 1° aprile al Vignola di Polignano (h 21.30), all’Alfieri di Corato (h 19.15 e 21.30); il 4 aprile al Piccolo Osservatorio Garzia di Terlizzi (h 21.00). Info dautore.apuliafilmcommission.it.
Interpretato da Anna Magnani (Pina), Aldo Fabrizi (don Pietro Pellegrini), Vito Annichiarico (Marcello), Nando Bruno (Agostino, il sagrestano), Harry Feist (maggiore Fritz Bergmann) e sceneggiato da Sergio Amidei, Roberto Rossellini, Federico Fellini e Ferruccio Disnan, “Roma città aperta” cominciò a essere girato da Rossellini due mesi dopo la Liberazione della città, con il pensiero  “di non far sommergere quanto accaduto da un rassicurante oblio” (Giancarlo Zappoli).  Al centro della vicenda tre personaggi coinvolti nelle giornate drammatiche della liberazione di Roma dai nazisti.  L'ingegner Manfredi, comunista e impegnato nel Comitato di Liberazione Nazionale, chiede aiuto a Pina, una popolana vedova con un figlio e in procinto di risposarsi, per portare a termine un'azione. La donna lo mette in contatto con don Pietro, un sacerdote disposto ad aiutare i partigiani. Manfredi è però comunque in pericolo perché la sua amante, Marina, dipende da una collaboratrice della Gestapo che le fornisce la droga.
A distanza di quasi settant'anni, il capolavoro neorealista di Rossellini rimane un riferimento imprescindibile della cultura italiana: il film che ha rivelato al mondo il nostro cinema e la figura di Anna Magnani, protagonista di
"Il titolo stesso rivela un'apertura inconsueta: la gente, non i borghesi (che vivono nascosti nei loro uffici) ma la gente del popolo, vive all'aperto, nella città. Se il film è la storia di un caseggiato, lo è in quanto quest'ultimo è un microcosmo che sintetizza (come un palcoscenico en plein air) la città intera: le nostre case già sono per Rossellini, nel '45, le nostre strade, e non più degli interni; la vita privata, le storie d'amore, coinvolgendo gli altri, si svolgono alla luce del sole; e la clandestinità della lotta partigiana è una nuova prassi, che passa attraverso i tetti e non si cela nel basso delle cantine, e che collega in una rete articolatissima ciò che il nemico fa fatica a percepire, con le sue più vecchie coordinate culturali. Rossellini, già oltre la guerra, vive nello spazio della modernità" (Adriano Aprà).
Il programma prosegue con:
“Hiroshima mon amour” di Alain Resnais_il 28 aprile al Piccolo di Bari e al Db d’essai di Lecce; il 29 aprile al Vignola di Polignano, all’Alfieri di Corato; il 9 maggio al Piccolo Osservatorio Garzia di Terlizzi.
“Chinatown” di Roman Polanski_ il 26 maggio al Piccolo di Bari e al Db d’essai di Lecce; il 27 maggio al Vignola di Polignano, all’Alfieri di Corato ; il 30 maggio al Piccolo Osservatorio Garzia di Terlizzi.