Prosegue il focus sulla Georgia con “Riflessi di terre lontane”, la rassegna cinematografica organizzata e finanziata da Apulia Film Commission e curata da Spaziocineforum. Dopo la proiezione del film “Corn Island” il programma propone, martedì 29 alle 20 (ingresso libero), al Cineporto di Lecce (via Vecchia Frigole 36), la visione del film “Tangerines” di Zaza Urushadze, introdotto da una conversazione di Giuliano Capani, docente di Storia e critica del cinema all’Università del Salento.
Esploso dopo la dissoluzione della Russia Sovietica - e quasi dimenticato -, lo scontro tra la Georgia e la provincia separatista di Abkhazia è il teatro di guerra in cui prende corpo e immagine il film “Tangerines” di Zaza Urushadze. Una produzione estone, di autore georgiano, che drammatizza contrapposte identità etniche, passioni umane e istanze morali, suggellando nell’epilogo la sanzione definitiva dell’inumanità della guerra.
I quattro personaggi-protagonisti di questo kammerspiel focalizzano le posizioni dell’universo conflittuale nella narrazione filmica. Ivo e Margus resistono sulla terra che considerano loro patria, l’Abkhazia, che i georgiani vogliono sottomettere; il loro destino si interseca con quello di due soldati di opposti schieramenti, un georgiano e un mercenario ceceno, sopravvissuti ma gravemente feriti dopo uno scontro a fuoco; per innata pietà vengono accolti da Ivo tra le mura della sua casa e della sua vita.
La convivenza forzata mette a nudo l’acuta contrapposizione di preconcetti, odio, violenze; ma anche le domande sul senso di tutto ciò affiorano dal pathos quasi insopportabile della tensione repressa. Le domande forse sono destinate a restare senza risposta, ma la coazione di questo dramma acquista, con le riprese di Urushadze, l’intensità, il ritmo ed anche la compassione di una tragedia classica. Dalla promiscuità rabbiosa nascerà infine la cognizione del dolore che l’appartenenza etnica non può più giustificare.