“Parlate a bassa voce” di Esmeralda Calabria in programma al 40° Torino Film Festival nella sezione Documentari Italiani

“Parlate a bassa voce” di Esmeralda Calabria in programma al 40° Torino Film Festival nella sezione Documentari Italiani

Il documentario “Parlate a bassa voce” di Esmeralda Calabria, sarà presentato al 40° Torino Film Festival in selezione ufficiale nella sezione Documentari Italiani fuori concorso. La proiezione ufficiale si terrà domenica 27 novembre alle 17 al Cinema Greenwich 3, sala nella quale sono previste le repliche di lunedì 28 alle 19 e di martedì 29 alle 17.

“Parlate a bassa voce” pone uno sguardo di ieri e di oggi sull’Albania, il più impenetrabile dei paesi ex comunisti in Europa. Isolazionista, stalinista e antirevisionista. Il peso di una memoria che a più di 30 anni dalla caduta del regime, convive con tutti i personaggi incontrati nel film. Musicisti, attori, registi, privilegiati e declassati, raccontano le contraddizioni di un sistema che ha il volto del dittatore Enver Hoxha, che come un Grande Padre ha dato e tolto. Un passato ingombrante che accentua le fragilità e le ambiguità della giovane democrazia. Tutto quello che oggi può sembrare una parodia, all’epoca non lo era e Redi Hasa, musicista violoncellista, inizia un viaggio che parte dai ricordi, dalla paura di dimenticare e dal desiderio di fermare il tempo. Redi nasce a Tirana dove studia violoncello; nel 1997 lascia l’Albania, in seguito alla guerra civile scoppiata durante il nuovo corso democratico, e raggiunge il fratello in Puglia. Qui inizia la sua carriera artistica, e la sua musica, un ponte tra le sonorità dell'area balcanica e quelle pugliesi, si afferma in poco tempo in Italia ed è apprezzata anche a livello internazionale.

I protagonisti del film documentario sono: Redi Hasa (musicista e compositore), il fratello Ekland Hasa (pianista e concertista al Teatro dell’Opera di Tirana), i genitori di Redi e di Ekland Meteli Hasa e Afërdita Hasko Hasa (artisti), Bojken Lako (cantante e musicista rock, autore e regista di programmi radiofonici e televisivi), Edmond Budina (regista, attore, drammaturgo, sceneggiatore e scrittore), Rita Gjeka (attrice), Gjetë Gjoni e la sua famiglia, Xhavit Lohja, Arjan Çela e la sua famiglia, Coro Jehona (Ensemble di canti e danze popolari) e Bandadriatica (band salentina di cui Redi Hasa fa parte fin dalla fondazione nel 2000).Le musiche originali del documentario sono dello stesso Redi Hasa, mentre Mirko Pincelli ha collaborato alla regia e Giorgia Pirillo è il produttore produzione esecutivo per Akifilm.

L’Albania evoca barconi, disperazione, povertà, fuga e paura, ma il viaggio delle persone con cui abbiamo parlato - dice Esmeralda Calabria - non appartiene a questo paesaggio. Si muovono in una prospettiva diversa, cercano parole nuove per raccontarsi e dare un senso alla propria storia; aspirano ad uscire da una gabbia interpretativa, rivendicano un diritto a guardare con tenerezza alla loro gioventù, a bassa voce raccontano di vite vissute nella paura, ma vogliono anche salvare qualcosa.

Perché qualcosa da salvare c’è sempre, una canzone, l’istruzione, il comunismo come ideale. “Parlate a bassa voce” è il frammentario tentativo di raccontare quel sentimento che non accetta, come unica via d’uscita, di dimenticare, rimuovere il passato, nascondere la vergogna e accettare un futuro senza condizioni”.

Redi Hasa accompagna lo spettatore in questo viaggio attraverso quelle persone che si raccontano in una prospettiva presente, ma con lo sguardo e la memoria impigliati nel proprio passato. Tutto ciò che è perduto è una eco vicina e distante della recente storia dell’Albania.

“Parlate a bassa voce” è prodotto da Titti Santini ed Esmeralda Calabria con il contributo diMIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo -, Unione Europea e di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. Girato in Puglia per 15 giorno tra il 2020 e il 2021, le riprese sono state realizzate in Salento (Lecce, Ostuni, Corigliano d’Otranto, Lequile, Otranto e Arnesano) e sono state impegnate 8 unità lavorative pugliesi.