Il regista salentino Schirinzi vince al 3° Salerno Doc Festival

Il documentario “I resti di Bisanzio” del regista salentino Carlo Michele Schirinzi, realizzato con il patrocinio di Apulia Film Commission, vince il 3° Salerno Doc Festival, valutato da una giuria formata da Sylvain George (presidente), Anna Franceschini, Erik Negro, Fausto Vernazzani.
 
Le motivazioni della giuria:
"Sono rari e preziosi i luoghi che si concentrano sulla presentazione (ascolto e visione), ma anche sulla trasmissione e sperimentazione tra generazioni e tra individui di diversa provenienza. Luoghi che privilegiano gesti poetici, gesti politici, gesti sperimentali, gesti cinematografici spesso minoritari. Gesti che non si possono circoscrivere dentro linee di demarcazione prestabilite, refrattari alla frammentazione convenzionale del sensibile, all'assegnazione di persone e cose a luoghi predeterminati, e che ridisegnano, nella loro ricerca, nel loro stesso movimento, nuove forme di vita.
Questo è il momento in cui le posizioni maggioritarie riducono il mondo a uno solo, è il momento delle uniformazioni politiche ed estetiche, per cui talvolta ci sembra inevitabile che abbia la meglio un movimento massificatore in cui i fenomeni e le cose finiscono per essere assimilati. Allora forse è importante sottolineare l'esistenza di questi luoghi-crogiolo, intimi, dove si possono creare spazi e tempi di immagini singolari, che aiutano a vedere, prefigurare, quella che potrebbe essere un'avventura "umana" diversa. Luoghi-crogiolo, immagini dialettiche che, inchiodando le finzioni utilitaristiche, permettono di vedere la condizione disumana, consentono quindi di individuare in un gesto ciò che riposa - esseri o cose - nella sua bellezza e magnificenza.
Sono rari, senza dubbio, i luoghi dove si comprende che forse è nella disperazione che nasce la vera conoscenza dell'altro, dove si disegna un divenire-straniero del mondo.
Preziosi sono senza dubbio questi luoghi inquieti, questi luoghi che ignorano tutte le certezze e tutti i comfort, che fanno del dubbio una forza vertiginosa in grado di aggiornare la potenza dell’essere e dell’agire. E di dare fuoco all’infinito. Sono rari i luoghi aperti a "colui il quale non teme le vertigini » (Lev Shestov)
I film che abbiamo visto qui, di tematiche diverse, di poetiche diverse, hanno abbracciato il nostro desiderio di buttarci nel sensibile, e hanno messo in discussione il nostro posto e il nostro rapporto con il mondo, in rapporto agli altri e a noi stessi. Quindi ringraziamo per le loro proposte tutti gli autori.
Abbiamo scelto di premiare due proposte cinematografiche delle sei che ci sono state fatte, e quindi assegneremo, come ci è stato chiesto, il miglior documentario e una menzione della giuria.
Tuttavia, vorrei sottolineare, per quanto possa sembrare ingiusto ad alcuni registi non ricevere alcun premio per il loro lavoro, questa scelta rappresenta solo la giuria, non è dogmatica o assoluta, e, naturalmente, ognuno è libero valutare sulla pertinenza o meno delle nostre scelte. L'intento principale è la necessità da parte di un individuo di decidere di utilizzare una telecamera per catturare e modellare il reale.
 
Il premio per il miglior documentario è stato assegnato a "I Resti di Bizanzio" di Carlo Michele Schirinzi. Vogliamo salutare con questo premio l'audacia formale mostrata dal direttore, la ricerca di una nuova forma di narrazione per esprimere una rivolta contro l'ordine delle cose, contro le immagini autorizzate di tutto il mondo, e la necessità di tracciare nuove strade, singolari e minoritarie."
A Gennaio (data ancora da definire) si terrà una giornata di premiazione dei film con i registi e la riproposizione dei film vincitori.