"I Resti di Bisanzio" unico film italiano in concorso alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

"I Resti di Bisanzio", primo lungometraggio di Carlo Michele Schirinzi, sarà proiettato venerdì 27 Giugno al Teatro Sperimentale “Odoardo Giansanti” – Pesaro, unico film italiano in competizione alla 50ª Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, nella sezione “Concorso Pesaro Nuovo Cinema 2014”. 
 
 
Sinossi
C non ha stimoli dal quotidiano e condivide questo malessere con due amici, S, bandista del paese, ed R, ex-benzinaio che vive apaticamente tra le mura della sua spoglia dimora. Da quest’ultimo, C preleva scolature di carburante per realizzare il suo sogno: bruciare il presente che non gli appartiene. C ha continue visioni incendiarie, effimere ed impotenti perché soltanto immaginate dalla sua mente ed affrescate nei suoi occhi. Intanto tre “turisti” approdati sulle rive adriatiche si perdono nel Capo di Leuca tra luoghi abbandonati dalla Storia, ruderi architettonici e macerie sociali mentre un terrorista culturale, chiuso in una vecchia torre costiera, imbastisce parole che forse nessuno leggerà.
 
 
Note di regia
 
“Un viaggio senza senso, un’urgenza di vuoto - da foga iconoclasta bizantina - (nella storia e nella geografia dei personaggi), un ciclico ritorno
ed un vagar per scene ed immagini come il perdersi nei tasselli musivi calpestati d’Otranto”   C. M. Schirinzi
 
Premessa
La presa di coscienza della forza illusoria delle immagini religiose e la consequenziale rabbia iconoclasta che si scagliò contro di esse nell’antica Bisanzio, sono la premessa a tutto. I monaci scampati dalla furia approdarono in queste terre, scavarono eremi e vi dipinsero icone dando origine ad un’intima dimensione sacra: madonne private pronte a soddisfare ogni loro esigenza. Iconoclastia è lotta feroce contro l’apparenza, l’inganno, il miraggio, in altre parole, contro ogni falsità.
 
Il film
Una terra condannata a lievi spostamenti tellurici, a guerre inventate, a fortificazioni inutili, a vani attracchi, a finti abbagli culturali: il film è un intimo ritratto del Basso Salento dedicato a chi è naufrago nella propria vita. Non c’è storia ma azioni. La Storia è già stata e i personaggi sono rimasti fuori, esclusi a loro insaputa, non sappiamo se a danno o per fortuna (l’ultimo atto storico fu nei primi anni 90 quando l’Adriatico vomitò il grande sbarco albanese, lo stesso Adriatico che cinquecento anni prima portò i turchi a compiere l’iconoclastia umana ad Otranto). Il protagonista - eremita senza tempo, contemporaneamente invasore ed invasato - inala l’ossigeno che solo le immagini incendiarie riescono a donargli: è un piromane visionario ed impotente…non riuscendo a creare, con occhi e mente distrugge.
Il film vuol ritrarre l’assenza d’identità di questo luogo, identità che oggi si cerca dannatamente di costruire senza tener conto del quotidiano spietato che si srotola sotto i nostri occhi lasciandoci in balìa del tempo che fugge, stranieri nella nostra stessa casa: accasciati dal pattume odierno, non ci curiamo del marcio che scorre come un fiume impazzito tra le rocce carsiche nascoste sotto la terra degli ulivi secolari.
Scontrarsi col dramma non vuol dire ‘raccontarlo’: è una continua ed estenuante battaglia che non dà tregua perché contro ogni forma di storia, contro il voler a tutti i costi dare un sol senso, incanalare in un’unica rotta. Il film non vuole essere consolatorio o anticonsolatorio ma documentare un caos d’affetti, un’implosione di sentimenti in grado di percuotere il contemporaneo con le sue stesse armi: la vita non si racconta ma si attraversa, a volte senza direzione poiché il reale non appartiene alla Storia – i ricordi sono immagini –, la Storia è appiccicata dopo, quando l’incendio ha ceduto il posto alla cenere. Se il reale è incendiario, è con il fuoco che bisogna catturarlo, con l’immagine già satura di secolare dramma.  ...chiudere gli occhi e non ascoltar parole è un diritto di chiunque, un diritto di critica alla galoppante globalizzazione, ai catastrofici tentativi di omogeneità ed alle, ancor più gravi, urgenze di nuove identità.
 
Cast & credits
Scritto e diretto da: Carlo Michele Schirinzi
Direttore della fotografia, operatore: Carlo Michele Schirinzi
Interpreti principali: Stefano De Santis (C, piromane visionario), Salvatore Bello (S, bandista
cifotico), Fulvio Rifuggio (R, ex benzinaio apatico), Aldo Immacolato (1° turista clandestino),
Guido Casciaro (2° turista clandestino), Claudio Riso (3° turista clandestino), Romano Sambati
(terrorista culturale in torre d’avvistamento), Mariangela Lia (ragazza in camera), Marcello Ciullo
(cadavere clandestino in mare), Imperia Bartolomeo (madre di C), Giancarlo Caprioli (padre di C),
Luigi Schirinzi (maestro falegname)
Montaggio e color correction: Carlo Michele Schirinzi, con la supervisione di Andrea Facchini
Musiche originali: Gabriele Panico
Suono in presa diretta: Valentino Giannì, Alberto Piccinni
Montaggio suono: Valentino Giannì
Missaggio: Marco Saitta
Parole scritte, imbastite, urlate: Carlo Michele Schirinzi, Mauro Marino
Assistente alla regia: Gabriele Quaranta
Locations, scenografia e costumi: Carlo Michele Schirinzi
Produzione: Kama soc. coop. a.r.l. / Gianluca Arcopinto
Produzione esecutiva: Gabriele Russo
Organizzazione generale: Gabriele Russo, Carlo Michele Schirinzi
Lingua: italiano/dialetto
Sottotitoli: inglese
Durata: 80’
Colore: colore
Suono: mono/stereo
Screen ratio: 16/9
Formato di ripresa: HDV pal
Formato di proiezione: DCP
Paese: Italia
Anno: 2014
 
© Kama soc. coop. a.r.l. / Gianluca Arcopinto / Carlo Michele Schirinzi