Horror vacui

Ogni volta, a questo punto del nostro festival, io provo una cosa strana che definisco "malinconia del futuro". Già so, insomma, che mi mancherà il BIf&st. I suoi film, gli sguardi attenti del popolo del cinema che inonda ogni sala ad ogni ora per otto lunghi giorni, gli ospiti, gli attori e le attrici, i giornalisti, la terrazza delle ore 19, lo staff del festival, le ansie quotidiane per il protocollo, gli autisti, i ristoratori, gli stagisti, i sorrisi delle hostess con le loro ingenuità ed errori, la sicurezza con cui si muove Felice nel suo mondo rutilante, i siparietti ironici e complici di Orsetta, gli scambi di punti di vista con Marco ed Enrico, i commenti al fulmicotone con Maurizio, le procedure con Cristina e Serge, le pluri quotidiane telefonate divertenti e chilometriche di commento con Tup, gli sguardi d'intesa con Angelo, il cinque con Franco e i mille altri volti meravigliosi di questo nostro microcosmo.
E poi mi mancherà infinitamente l'intelligenza fulminante di Ettore Scola, che mi fa battere il cuore quando mi è vicino perché io idolatro il suo cinema. Ma non sono mai stato quel genere di persone che ama farsi foto, chiedere autografi, raccontare ai registi i loro film, lasciar traccia di un'amicizia che sento crescere nella fiducia reciproca di un rapporto sbilanciato: lui un grande, saggio e ironico maestro, io un manager assetato di idee e storie, incantato ad ascoltarlo, ma consapevole di avere un confronto vero e mai una somma di monologhi.
Mi mancherà tutto questo e molto altro ancora. Ma ci sono ancora quarantotto ore di Festival da portare a casa. E due mesi di rendicontazioni. Al lavoro!

One Response
  1. A noi invece mancherà questa bell aria che cè,respirare un po di cultura che ossigena un pò l essere nostro è un vero toccasana,abbiamo bisogno di una Bari competitiva a livello internazionale nel campo dello spettacolo e della cultura…Cè bisogno di Costruire ancora forza Silvio…

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