"Emergency Exit" di Brunella Filì al Foggia Film Festival 2014

Nel contesto del Foggia Film Festival 2014, mecoledì 26 novembre, alle 18,30, presso l’Auditorium Santa Chiara a Foggia sarà proiettato il documentario della giovane autrice pugliese Brunella Filì “Emergency Exit –young Italians abroad”.
”L’idea di questo documentario è nata quella che ho identificato come un’urgenza sociale che sentivo crescere da tempo dentro di me, osservando mano mano par tire la maggior par te dei miei amici e colleghi, alcuni dei quali spinti non proprio dalla fisiologica curiosità e voglia di fare una esperienza all’estero, quanto piuttosto dalla necessità economica e dalla mancanza di alternative per potersi mantenere e uscire dal precariato ed entrare nella vita adulta.
Un secolo fa, l’Italia esportava braccia da lavoro, soprattutto dal Meridione; oggi parliamo di una versa e propria diaspora accademica e professionale, di una perdita secca, per il nostro Paese, in termini economici e di capitale umano. Nessuno mi sembrava sottolineare adeguatamente la gravità di questa ‘ferita aperta’, o inda- gare in modo non generico nel grosso flusso di questi esilii forzati di giovani uomini e giovani donne, che sanguinano – letteralmente - fuori dai nostri confini, senza trovare un biglietto di ritorno.
Sentendo l’esigenza di dar voce a questi testimonianze con gli strumenti a mia disposizione, ho deciso di produrre questo progetto in modo indipendente, partendo subito alla ricerca dei protagonisti, senza aspettare di trovare un produttore, con un’attrezzatura leggera e spesso in solitaria.
Recuperare queste voci lontane è un punto necessario da cui far partire una riflessione sincera sui nostri anni e su quelli che verranno.”
 
IL TEMA DELLO SRADICAMENTO
‘Emergency exit’ mostra qualcosa di profondo e intimo. Seguendo le interviste, si manifesta palese il percorso interiore che ognuno dei protagonisti fa quando ripensa al proprio allonta- namento dall’Italia. Milena, Nicola, Michele e gli altri sono uniti da un sentimento che li acco- muna e come un filo rosso li lega alla nostra nazione, nonostante tutto: un misto di nostalgia, frustrazione, rammarico, rabbia: “L’Italia mi ha ‘costretto’ a fuggire per
realizzare i miei sogni, ma in fondo amo essere Italiana, ne sono fiera” (Anna). Non è patriottismo: è autentico dispiacere per la situazione che opprime un paese ricco di ri- sorse umane e culturali, che vorremmo ripartisse con slancio e ci consentisse di ripensare alle nostre scelte. “Non so ancora se tornerò, ma vorrei che i miei figli fossero italiani” (Milena). “Non immagino il mio ‘per sempre’ q ui. Mi immagino sempre italiana. Un racconto che scorre parallelo a quello della scoperta delle vite dei giovani italiani all’estero: è il racconto dello sradicamento, dell’allontanamento, della frammentazione dell’identità, non per scelta, ma per forza di cose.
 
Sinossi
Un futuro che, restando in Italia, sembra quasi impossibile da immaginare. Un’intera generazione sta ‘sanguinando’ fuori dai nostri confini. La percentuale dei giovani che vanno via dal nostro paese cresce ogni anno: dal 2010, sono oltre 60.000 all’anno.
Non solo ‘cervelli’ , ma anche ragazzi normai, laureati o professionalmente qualificati, che si allontanano dall’Italia per affermare i propri meriti spesso e volentieri mortificati, quasi ‘obbligati’ a offrire il proprio contributo in altri Paesi, che li attirano con condizioni di lavoro migliori, salari più alti e meritocrazia..
Cittadini dimezzati, divisi fra una vita con maggiori possibilità oltre confine e il senso di mancanza, ram- marico e frustrazione, che ogni sradicamento, per quanto volontario, comporta.
Lungo un viaggio a tappe attraverso l’Europa e oltre Oceano, attraverso sei città, da Vienna a Parigi, da Londra a Bergen, da Tenerife a New York, il docu-trip racconterà cosa fanno, pensano e sognano i giovani italiani all’estero; se resteranno o torneranno; se andare a vivere oltre confine è davvero ‘l’uscita d’emergenza’ per cambiare il proprio precario avvenire.
Sei storie di ordinaria separazione, una domanda finale: è ancora possibile immaginare un futuro qui?
 
Alcuni protagonisti
MAURO, 37 ANNI, MUSICISTA JAZZ DI SUCCESSO,VIVE A PARIGI. “Vivo a Parigi da quasi quindici anni ormai.Avrei potuto accontentarmi del mare, del sole, della luce della Puglia... delle belle cose che ci sono in Italia. Ma non vedevo futuro. Sen- tivo di lottare con un ambiente in cui tutto era molto più lento. Arrivando qui invece ho scoperto una dimensione diversa, soprattutto per l’interesse che lo Stato da alla cultura.
 
MILENA, 32 ANNI, DOCENTE DI LETTERE ALL’UNIVERSITA’ DI PARIGI. “A un certo punto ho capito che non bastava aver conseguito laurea e dottorato in Italia per poter insegnare; qui invece esiste un concorso nazionale. La differenza col sistema italiano è abissale. Non devo ringraziare nessuno per questo posto. Ho passato il concor- so e così in questo momento sto insegnando al liceo, italiano, e Letterature Comparate all’Università di Parigi. Non so se tornerò in Italia ma vorrei che i miei figli fossero italiani.
 
ANNA, 26 ANNI,VETERINARIA A VIENNA “L’Italia mi ha costretto ad andarmene. E questo non glielo perdonerò mai. Non c’è molta attenzione per i giovani, è Paese di vecchi dove troppe risorse sono investite per i vecchi.
 
MARCO, 32 ANNI, FUMETTISTA E PESCIVENDOLO,VIVE A BERGEN. “La Norvegia è un posto bello. Non ha il clima dell’Italia, non ha il cibo dell’Italia, però c’è un riscontro diretto tra quello che tu sai fare e quello che fai.Tra fare un lavoro non qualificato in Italia e farlo qui, preferisco farlo qui dove ho retribuzione più alta e contributi pagati.”
 
NICOLA, 30 ANNI, INSEGNANTE,VIVE A TENERIFE “Credo che mia madre all’inizio si sia sentita un po’ divisa, interiormente, quando le ho detto che ero stato assunto a tempo indeterminato come professore d’Italiano. Divisa tra l’essere felice per me e il pensiero che probabilmente non sarei più tornato stabilmente in Italia. Ora la prende in modo più ragionevole, ha superato la fase ‘egoistica’ della classica mamma italiana. Se sono felice io, lei è felice per me.”
 
CAMILLA, 27 ANNI, LAUREATA. NATA A TORINO,VIVE A BERGEN, NORVEGIA. “Mi piace l’idea che esista un paese dove a 27 anni sei trattato come un adulto, dove hai il diritto ad avere un lavoro stabile, a crearti una famiglia, a comprare una casa. Questo Paese purtroppo non è l’Italia. Qui in Norvegia a 27 anni sei a tutti gli effetti un adulto, con delle responsabilità, che non deve rincorrere uno stage non retribuito o vivere a 35 anni ancora con i suoi o in un appartamento condiviso.”
 
PATRIZIA, 36 ANNI,ARCHEOLOGA E MAMMA,VIVE A LONDRA. “In Italia mi ero completamente rassegnata all’idea che la mia laurea in archeologia non valesse niente. Poi ho cominciato a guardare all’Inghilterra. Dopo un periodo duro, ce l’ho fatta: ora faccio l’archeologa qui, per il Museum of London, con un contratto a tempo indeterminato ed è una grandissima soddisfazione.”
 
Trailer e brevi estratti del documentario sono visionabili su:
VIMEO: https://vimeo.com/84993049
FACEBOOK: http://www.facebook.com/emergencyexitdocutrip
 
PREMI E FESTIVAL
2012 Italian DOC Screenings, Firenze – Forum di Coproduzione , 2014 Madrid IFF – Vincitore Premio Miglior Documentario Straniero eNomination Miglior Regista Esordiente, 2014 Festival del Cinema Europeo – selezio- ne, 2014 Ischia Film Festival – selezione, 2014 Premio Libero Bizzarri Italia Doc – in concorso, 2014 Foggia Film Festival – In concorso, 2014 Menzione Speciale della Giuria Trani Film Festival, 2014 Vincitore Premio Miglior Documentario Valle D’Itria Film Festival