Dove vorrei essere se fossi in "Midnight in Paris"

L'ultimo film del prolifico Woody Allen è un gioiello sognante che mi riconcilia con il cinema di pura invenzione.
Di solito non mi appassiona questo tipo di cinema: per formazione e ideologia, ho sempre amato del cinema, la sua capacità di stordire lo spettatore con verità imponenti, con scenari avvolgenti, con il punto di vista del suo autore. Kaurismaki, per esempio, come Guédiguian fanno un cinema totalmente schierato dalla parte dei perdenti e questo mi piace. Perché i vincenti sono tutti intorno a noi nella vita sognata della tv, della pubblicità e dei media. E tanto basta.

L'inizio del film di Allen mi stava innervosendo: come possono interessarmi le vicende di ricchi turisti americani nella splendente Parigi ad uso di fotocamera? Ma improvvisamente il film vira verso un onirismo sfrenato e ti getta nella macchina del tempo e dei sogni che solo il grande cinema sa creare per ciascuno di noi, immerso nel silenzio e nel buio della sala.

Tu mi provochi, caro Woody, e allora giochiamo.
Dove mi piacerebbe essere portato da quell'auto d'epoca?

Bè, non ho dubbi: mi piacerebbe essere in due posti, nel cuore di due rivoluzioni culturali che parlavano la lingua inglese.
In una delle 292 (duecento novanta due!) sere in cui i Beatles si esibirono al The Cavern di Liverpool tra il 1961 e il 1963 a sorseggiare una birra con Brian Epstein e sentire pompare nel cuore lo swing di un'epoca mai più ripetibile.

E poi via, in nave sull'oceano Atlantico, verso la New York del Greenwich Village ove nel luglio del 1961 Robert Allen Zimmerman muoveva i suoi primi passi nel folk e nel blues di tradizione goothriana. Non aveva ancora deciso di rivolgersi al tribunale per cambiare il proprio nome nella successiva leggenda vivente che ancora oggi chiamiamo riverenti Bob Dylan.

Stanotte sognerò di essere sulle barricate del maggio francese.
Sognare, infatti, non potrà mai essere tassato.
Per questo sogno ancora che un film, uno spettacolo teatrale, una canzone o un libro possano cambiare il mondo.
O perlomeno renderlo un posto migliore.