Alla Biennale d'arte di Venezia il più bel padiglione nazionale secondo me è quello francese. Non ricordo il nome dell'artista curatore, ma ricordo bene la sensazione che ho provato entrandoci.
Luce gelida di neon, quattro corridoi di sbarre zincate congiunte da un panopticum centrale da cui dipartono i bracci di una ideale prigione. In fondo a ciascun corridoio una bandiera lucida nera, sventolante di freddo spinto da eliche nere, luci soffuse: il fascismo.
L'arte contemporanea è, delle forme di espressione, quella che oggi più mi affascina. Sempre più spesso, infatti, il cinema è stereotipato e amorfo, incapace di sorprenderti davvero come certa arte (e video arte) sa ancora fare.