"Avvistamenti (non) è un festival" dal 29 ottobre al 17 dicembre all'Apulia Film House la XIX edizione

"Avvistamenti (non) è un festival" dal 29 ottobre al 17 dicembre all'Apulia Film House la XIX edizione

Avvistamenti (non) è un Festival è un progetto apolide e intermediale che esplora la cinematografia sperimentale nel suo complesso rapporto con le altre arti. Dal 2002 promuove un approccio innovativo al video d’autore, collocandolo nell’ambito delle arti performative. Avvistamenti è un'iniziativa del Cineclub Canudo, prodotta da Apulia Film Commission e Regione Puglia nell’ambito del Piano Straordinario Custodiamo la Cultura in Puglia con risorse di bilancio ordinario della Regione Puglia nell’ambito dell’intervento Apulia Cinefestival Network. Nell'ambito della diciannovesima edizione del festival, diretto da Antonio Musci e Daniela Di Niso, il Cineclub Canudo promuove la mostra Schermi-Schermi, ultimo atto del progetto espositivo a cura di Bruno Di Marino, intitolato Paolo Gioli: Antologica/Analogica”, realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (VIII edizione, 2020), programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo, della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.  

La mostra dedicata a Paolo Gioli si inaugura il 29 ottobre alle ore 19 a Bari, nella sede dell'Apulia Film House (Lungomare Starita, 1), dove sarà visitabile su prenotazione fino al 17 dicembre 2021. Essa espone  alcune litografie tratte dai suoi frames filmici e una serie di tele realizzate in serigrafia e acrilico dall’artista a metà degli anni ’70, frutto di un trasferimento fotografico o direttamente collegate ad alcuni suoi film, come Traumatografo o Immagini disturbate da un intenso parassita, installati in loop su più monitor in modo che lo spettatore possa fare esperienza di quello sconfinamento tra tecniche, supporti e linguaggi, a testimonianza di uno scambio alchemico di temi e di procedimenti. Il cinema, come anche la fotografia e la pittura di Paolo Gioli, è il frutto di una sapiente ricerca e sperimentazione, in alcuni casi con procedimenti analogici da lui stesso inventati o reinventati: animazione, found-footage, riprese stenopeiche, rielaborazioni da fotografie, stop-motion, uso di mascherini, ecc. Le opere esposte, insieme ai film di Gioli, coprono un arco temporale di oltre 50 anni, dalla fine degli anni ’60 a oggi, documentando la ricchezza di una produzione multiforme che, pur nella grande varietà, mantiene una propria coerenza stilistica.  

La sua estetica foto-filmica si ricollega alle origini dei due medium, ovvero a quella miriade di sperimentazioni avvenute nel XIX secolo, quando la fotografia era ancora in via di sviluppo e il cinematografo doveva essere ancora inventato. Una fase limbica, dunque, in bilico tra immagine fissa e in movimento, che l’artista riesce da sempre a far dialogare con risultati fertili e stimolanti. Ed è proprio per sottolineare questa natura fortemente artigianale, da archeologo dei media, che si è deciso di inserire l’aggettivo “analogico” nel titolo del progetto espositivo. 

Questa mostra è l'ultima di una lunga serie di attività, realizzate a partire da agosto 2020, tutte dedicate all'opera filmica e fotografica del periodo 1969-2019 di Paolo Gioli. Pittore, fotografo e cineasta, Gioli (Rovigo, 1942) è uno degli artisti italiani più significativi degli ultimi decenni, soprattutto per la sua capacità di sperimentare in più campi, anche attraverso l’innovazione e la rielaborazione di dispositivi. Le copie in pellicola di alcuni suoi film e le sue opere pittoriche e fotografiche sono presenti nelle collezioni di musei internazionali, tra cui l’Art Institute of Chicago, il MoMA (Museum of Modern Art) di New York, il Centre Georges Pompidou e il MEP (Musée Européen de la Photographie) di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e L’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma.  Nel corso di quello che abbiamo definito l'anno “gioliano”, che ha visto la realizzazione di mostre, proiezioni, performance, sonorizzazioni, workshop e seminari ispirati alla figura dell'artista veneto, abbiamo realizzato ben tre esposizioni, di cui due in Italia – al Museo Castromediano di Lecce e al Palazzo Tupputi di Bisceglie, nel periodo 5 marzo – 9 maggio 2021 - e una in Cina, realizzata con la collaborazione di Rosario Scarpato al Three Shadows Photography Art Centre di Pechino dal 26 giugno al 29 agosto 2021. Seppur funestati dalle ripetute chiusure seguite al diffondersi della pandemia nello scorso autunno, questi eventi hanno suscitato un enorme interesse non solo tra gli addetti ai lavori, che hanno potuto apprezzare le quasi duecento opere esposte, tra film, fotografie, polaroid, litografie e tele serigrafate, tutte provenienti da un fondo che fa capo a Paolo Vampa, suo principale collezionista. Le tre mostre hanno fatto registrare, nel complesso, un'accoglienza di pubblico e critica straordinaria. Nella sola sede del Museo Castromediano di Lecce, divenuto hub vaccinale per una felice intuizione del direttore Luigi De Luca, è stato possibile in piena pandemia rendere accessibile la mostra a diverse migliaia di visitatori che si sono recate al museo per vaccinarsi: un risultato sorprendente, oltre che per il numero di visitatori, anche per l'entusiasmo con cui la mostra è stata accolta da un pubblico estremamente eterogeneo. A Pechino la mostra è stata visitata da importanti rappresentanti delle istituzioni italiane e cinesi, tra cui il direttore dell'Istituto Italiano di Cultura a Pechino, Franco Amadei, i direttori del Three Shadows, gli artisti  Rong Rong e Qi Yan, l'ambasciatore giapponese in Cina, Tarumi Hideo, oltre ovviamente a un folto pubblico, composto da giovani, studenti, artisti e semplici appassionati, estremamente curiosi e interessati a conoscere e approfondire la complessità e unicità dell'opera di Gioli, anche grazie al prezioso catalogo pubblicato in tre lingue - italiano, inglese e cinese - da Silvana Editoriale e contenente saggi critici di esperti di fama internazionale, tra cui Cristina Baldacci, Jean-Michel Bouhours, Rinaldo Censi, Cristina Fiordimela, Freddy P. Grunert, Sandra Lischi, Marco Senaldi, Giulia Simi.   

La mostra al Palazzo Tupputi di Bisceglie è stata quella maggiormente penalizzata dalla chiusura dei musei e dei contenitori culturali nel periodo marzo-maggio 2021, poiché costretti a chiudere solo una settimana dopo l'inaugurazione del 6 marzo e per tutto il periodo programmato, poiché la riapertura dei musei in zona gialla in Puglia è avvenuta il 10 maggio, ovvero un giorno dopo la fine della mostra. Per questo motivo abbiamo pensato di riproporla, ampliandola con altre opere esposte a Lecce (principalmente litografie), nella sede dell'Apulia Film House a Bari, affinché il pubblico pugliese possa cogliere l'occasione per visitare la mostra e apprezzare le straordinarie tele serigrafiche, le litografie e i film di Paolo Gioli. 

Il cinema di Paolo Gioli è già stato oggetto l’anno scorso, durante la XVIII edizione di Avvistamenti, di un primo importante omaggio, con la rassegna Sonimage, svoltasi dal 27 al 29 agosto 2020 nella Piazza d’armi del Castello di Barletta. Quest'anno Avvistamenti ha fatto tappa per ben due volte a Lecce, prima dal 5 al 7 marzo al Museo Castromediano, con un programma di workshop, seminari e performance, tutti incentrati sull'opera di Paolo Gioli, poi dal 22 al 25 luglio alla Biblioteca Bernardini, dove si è svolta una retrospettiva sul cinema di Paolo Gioli e la rassegna Made in Italy, che ha visto la partecipazione di numerosi artisti ed esperti che operano nell'ambito delle immagini in movimento e del rapporto tra suoni e immagini.  

Un ulteriore appuntamento della XIX edizione di Avvistamenti con il cinema di Paolo Gioli si è svolto dal 18 al 20 agosto al Castello di Bisceglie, dove è stato proposto un omaggio al cinema di Gioli, con un programma di sonorizzazioni dal vivo di alcuni suoi film, tutte rigorosamente inedite. 

La XIX edizione di Avvistamenti si concluderà dal 27 al 30 dicembre 2021, con un nuovo appuntamento dedicato a un altro grande maestro della sperimentazione:Michele Sambin. Pioniere della videoarte, ideatore di performance, spettacoli teatrali, opere pittoriche e partiture sonore, a cui è dedicato il progetto Michele Sambin: Arché/Téchne, vincitore della nona edizione dell'Italian Council, che vedrà il Museo Castromediano acquisire una sua importante opera del 1978, Il tempo consuma, al centro di una grande mostra personale che si inaugurerà al Castromediano il 29 gennaio 2022. Un’opera estremamente significativa nella storia della performing art, proprio per l’innovazione apportata da Sambin al linguaggio artistico della performance, per effetto del suo sapiente utilizzo creativo delle nuove tecnologie.  

L'opera sarà esposta il 12 novembre 2021 a Marsiglia, in occasione della 34 edizione del Festival Instants Vidéo e sarà visitabile, insieme ad altre opere di Sambin, fino al 13 febbraio 2022.   

In ottemperanza alle disposizioni Covid-19, gli eventi si svolgono nel rispetto di alcune semplici regole: all’evento inaugurale del 29 ottobre si accede, previa prenotazione, con certificazione verde, muniti di mascherina e mantenendo la distanza di sicurezza. Tutti gli eventi in programma sono gratuiti, ma l’ingresso sarà contingentato, dando precedenza a chi avrà effettuato la prenotazione ai seguenti recapiti: 

Cineclub Canudo 

Tel. 340 2215793 / 340 6131760   

info@avvistamenti.it  

www.avvistamenti.it 

Paolo Gioli nasce a Sarzano (Rovigo) il 12 ottobre 1942. Nel 1960 si stabilisce per qualche anno a Venezia dove frequenta la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1967 è a New York dove resterà solo un anno, ottiene una borsa di studio dalla John Cabot Foundation di Boston ed entra in contatto con i galleristi Leo Castelli e Martha Jackson. In America scopre il New American Cinema. Rientrato in Italia alla scadenza del visto di soggiorno (che non gli viene rinnovato per l’atteggiamento più severo dell’US Immigration Office a seguito dell’uccisione di Luther King e di Bob Kennedy), nel 1970 si stabilisce a Roma dove entra in rapporto con la Cooperativa Cinema Indipendente. È tra Rovigo e Roma che produce i suoi primi film che sviluppa da se stesso usando la cinecamera come un laboratorio sulle orme dei Lumière. Nel ’76 si trasferisce a Milano dove, oltre al cinema, si dedica con continuità alla fotografia. Ma è nel polaroid che Gioli troverà un mezzo sorprendentemente duttile con cui portare avanti la sua ricerca, anche travasando la materia su supporti diversi dalla pellicola, come la carta e la tela, apparentando così il polaroid alle arti belle. Ed è sin dai primi anni ’80 che Gioli riceve per la fotografia i primi riconoscimenti importanti con una personale all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (1981), al MNAM Centre Pompidou di Parigi (1983), ai Rencontres Internationales de la Photographie di Arles dove sarà ospite più volte con una personale anche al Museo Réattu (1987) e l’onore della copertina del catalogo 1984 della fiera annuale di AIPAD l’Association of International Photography Art Dealers. Nel 2006 l’italiana RaroVideo ha pubblicato un doppio dvd con una selezione di quattordici suoi film. Nello stesso anno i film di Gioli vengono presentati per la prima volta a Views From The Avant-Garde, una sezione speciale del New York Film Festival dove Gioli è ormai una presenza costante. L’anno seguente Gioli è invitato come artist on focus alla 44 edizione dell’Hong Kong International Film Festival dove verrà poi chiamato ogni anno a presentare la sua ultima produzione. Nel 2008 una selezione di suoi film è presentata all’Ontario Cinémathèque a Toronto e, successivamente, a Wavelenght, la sezione speciale del Toronto International Film Festival dedicata all’avanguardia. A giugno 2009 il Festival di Pesaro gli tributa un omaggio con una rassegna completa dei suoi film mentre a dicembre dello stesso anno esce un volume monografico edito dal CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma sul suo lavoro di film-maker. A Parigi, nell’Estate del 2010 la Cinémathèque francese presenta una vasta rassegna delle sue opere e viene pubblicato un triplice dvd con l’opera filmica completa (sia in Italia che negli Stati Uniti) sempre da Rarovideo. Nell’estate 2014 la rivista americana «Artforum» gli dedica un lungo articolo illustrato. Nel 2015 Gioli partecipa con una selezione di opere al Padiglione Italia della 56° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Tra le personali degli ultimi tre anni: Paolo Gioli. Cuerpos evocados por la noche a cura di Giuliano Sergio, Istituto Italiano di Cultura, Madrid, Febbraio 2017; Paolo Gioli, Anthropolaroid, a cura di Peter Benson Miller, American Academy, Rome, Ottobre 2018; Dialoghi - Joan Fontcuberta/Paolo Gioli, a cura di Joan Fontcuberta, Galleria del Cembalo, Roma, Ottobre 2019; Cronologie di Giacomo Daniele Fragapane, per le edizioni di Johan & Levi, 2020, un lungo saggio monografico sull’autore; Impressions sauvages a cura di Philippe Dubois e Antonio Somaini, edito nel 2020 da Les presses du réel, contiene numerosi saggi di studiosi sui vari aspetti del lavoro di Gioli, alcuni suoi testi e le schede di tutte le sue opere, oltre ad un apparato iconografico ricchissimo. L’artista vive e lavora a Lendinara (RO).