"Alle corde" vince al Kalat Nissa Film Festival e si aggiudica il Giglio fiorentino d'Argento

“Alle corde”  del regista tarantino Andrea Simonetti si è aggiudicato il premio nella categoria tema libero alla IV Edizione del KALAT NISSA FILM FESTIVAL e il  Giglio fiorentino d’argento per la migliore interpretazione maschile (Andrea Simonetti) con la seguente motivazione:
“Una storia breve, ma emotivamente compiuta. Nello stesso tempo quasi interrotta dal manifestarsi di una malattia di cui non si dice il nome, forse perché somatizza il disagio esistenziale di una città: Taranto. E forse di una società: la nostra. Un padre e un figlio, interpretato convincentemente da Andrea Simonetti – anche regista e sceneggiatore – entrambi protesi, il primo verso il suo passato, l’altro verso un futuro possibile; pur di anestetizzarsi entrambi da un presente invivibile. Con felicissima intuizione, l’ILVA e i suoi fumi mortiferi sono sullo sfondo delle inquadrature e della storia: presenza subliminale, tragedia non di una città, ma contagio pervasivo, destino comune: dover vivere di ciò che ci uccide. E una sola domanda: perché?”

“Alle corde” è stato girato in Puglia con il contributo di Apulia Film Commission e del MIBAC . Il cortometraggio ha già vinto il premio della sezione Short all’Asti Film Festival  ed è stato premiato al festival del “Cinema invisibile” di Lecce.  ”Alle corde” è co-prodotto dalla Overloock production di Roma e dalla Megasystem Cinema di Giuseppe Lanzillotti e Sabrina De Comite di Monteiasi. Nel cast,  oltre Andrea Simonetti e Cosimo Cinieri, anche Nicola Rignanese.
 
Sinossi. Cosimo ha 30 anni, vive a Taranto con il Padre Giuseppe, un  ex pescatore  di 70 anni con il vizio del gioco. Indebitato fino al collo, ha perso anche il suo peschereccio a causa di frequentazioni di bische poco raccomandabili. I due vivono insieme in una vecchia casa nel cuore del quartiere Tamburi.  Cosimo è un pugile talentuoso che aspetta di fare il salto nei professionisti, i pesi medi della federazione nazionale italiana. Lavora all’ILVA di Taranto per mantenere se stesso e il padre e coprire mensilmente i debiti di Giuseppe. Il suo desiderio di riscatto è fortissimo; vuole arrivare fra i professionisti, ma  anche riprendersi la sua vita e ricomprare  il peschereccio al padre, per restituirgli la libertà e il mare, per Giuseppe linfa vitale. Cosimo vince due incontri molto importanti e davanti a lui si prospetta il match decisivo, quello del famoso “salto”.