Vive la France!

Due notizie arrivano dalla Francia a ricordarci come a volte la storia prende la strada sbagliata e a noi invece che la Rivoluzione borghese e Napoleone c'è toccata la frammentazione e gli statarelli tremolanti difronte agli invasori...ma il nostro genio, fortunatamente, trova sempre la strada della luce. Leggere per credere.
"C'è un cinema che il nostro settore dell'audiovisivo guarda come il Paradiso in terra. Per quanto gli italiani sentano forte, e ricambiati, la rivalità con i cugini transalpini, è evidente da ogni dichiarazione pubblica di dirigenti e artisti che il modello da seguire per l'Italia è la struttura del settore cinematografico francese, assistito dallo Stato e dai privati con giudizio e intelligenza dalla produzione (vedi le SOFICA, le Société pour le financement de l'industrie cinématographique et audiovisuelle) alla distribuzione e promozione internazionale (Unifrance, 9 milioni di euro, sedi all'estero e un lavoro capillare sulla promozione del cinema francese). In occasione del 14mo Rendev-Vous du cinéma français, Unifrance ha esposto i dati economici del proprio comparto audiovisivo mostrando in alcuni casi delle naturali contrazioni, visto il periodo di crisi, ma una grande solidità. Al di là di un aumento del totale, diminuiscono alcuni numeri dei film francofoni, che però trovano nei festival e nella critica - come, per esempio, La guerre est declarée - riscontri importanti, tengono decisamente meglio i film di produzione francese in lingua inglese, come il fracassone ma divertente I tre moschettieri.
Interessante vedere come aumentino ingressi (66milioni) e box office (superati i 405 milioni di euro) ma diminuiscano i paesi d'uscita, da 64 a 51, con una centralità europea forte. Come ha sottolineato Régine Hatchondo, direttrice generale di Unifrance Films, a questo consolidamento di mercato e a questa diminuzione contenuta e non preoccupante della varietà geografica di diffusione, bisogna rispondere con un rilancio. Laddove in Italia si risponde alla crisi massacrando la cultura, "perché non si mangia", qui invece si cerca di limare i punti deboli. E la volitiva e affascinante dirigente di questa dinamica società individua nello "svecchiamento" una delle vie di crescita, industriale e creativa. Puntare sui giovani, un comandamento sconosciuto nella nostra penisola, sembra essere la scommessa, anzi la necessità di una Francia che non si accontenta di vivere di rendita sui suoi divi- da Depardieu a Cassel passando per Delon e Deneuve- o sulla sua storia, come la Nouvelle Vague. E così si punta sui nuova media, che ospitano il www.myfrenchfilmfestival.com, alla sua seconda edizione.
Un'iniziativa ancora a diffusione ridotta ma crescente che vorrebbe, in un colpo solo, dare spazio ad artisti giovani e a un pubblico ad essi contemporanei. Un ricambio generazionale necessario per non rendere questi anni di successi solo una "bolla". E a dimostrazione che la crisi non è un freno ma quasi un motore di questo settore- come dice il presidente di Unifrance Films Antoine de Clermont-Tonnerre "il cinema costa meno di ogni altro svago e proprio in questi periodi può rappresentare una controtendenza, soprattutto nel genere della commedia e dell'evasione"- ci sono già due casi a far ben sperare per il 2012: The Artist, fresco di tre Golden Globe, lanciatissimo nella corsa all'Oscar e che sta cavalcando in tutto il mondo l'onda lunga del suo successo, e Untouchables, che a Parigi e dintorni provoca file interminabili fuori dalle sale e sta abbattendo ogni record di incassi. Se il buongiorno si vede dal mattino..."
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-01-18/francia-unifrance-successi-contro-112945.shtml?uuid=AaDSwZfE
***
"È una gioia, un onore e una grande responsabilità presiedere la giuria del festival cinematografico più prestigioso del mondo, che si svolge in un Paese che ha sempre considerato il cinema con attenzione e rispetto", ha commentato l'autore, Palma d'oro con La stanza del figlio nel 2001 e da sempre molto amato in Francia. L'anno scorso portò in concorso Habemus Papam con Michel Piccoli protagonista. Dopo tre americani - Sean Penn (2008), Tim Burton (2009) e Robert De Niro (2010), "il festival ci teneva a celebrare la 65° edizione con un presidente europeo", ha detto il delegato generale Thierry Frémaux."
Fonte: Cinecittà News