Victor Erice a Bari per "Registi fuori dagli schermi"

Considerato uno dei più grandi registi viventi, Victor Erice arriva a Bari per catturarci con il suo cinema magnetico. Lo farà con la sua presenza, giovedì 30 maggio al Cineporto di Bari, al quarto appuntamento della rassegna “Registi fuori dagli sche(r)mi #2”. Il programma dell’articolata giornata prevede alle 16 la proiezione di “El sol del membrillo” (1992), alle 19 “La Morte Rouge” (2006) e alle 20 l’esclusivo incontro con Victor Erice nel quale interviene il critico cinematografico Luigi Abiusi (Uzak, Filmcritica, Università degli Studi di Bari). Infine, alle 21, la visione della versione restaurata del film documentario “El espiritu de la colmena” (1973).
La full immersion‎ nel mondo cinematografico di Erice inizia con una due giorni alla  Mediateca Regionale Pugliese (via Zanardelli, 30-36): lunedì 27 maggio alle 18 sarà proiettato “Los Desafìos” (1968), a seguire l’introduzione a Victor Erice a cura della redazione di Uzak.it, e alle 19 “Alumbramiento” (2002). Martedì 28 maggio alle 18, invece, Victor Erice sarà introdotto da Luigi Abiusi (Filmcritica, Uzak, Università di Bari), cui seguirà la visione del film “El Sur” (1983). Tutti gli eventi sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.
“Registi fuori dagli sche(r)mi #2” attraverso proiezioni, incontri, la speciale master class e approfondimenti, vuole proporre un cinema anarchico, potente, incontrollabile con film per propria natura fuori dagli schemi di ordinaria formulazione, quindi fuori dai parametri di normale fruizione e per questo al di fuori dagli schermi della distribuzione italiana.
Il cartellone di film preceduti dall’incontro con il regista e i critici cinematografici si completa con “La leggenda di Kaspar Hauser” di Davide Manuli con Davide Silvestri e Gemma Adesso (4 giugno) e “Low Tide” di Roberto Minervini con Andrea Pastor e Daniela Turco (11 giugno).
La rassegna organizzata da Apulia Film Commision, UZAK e CaratteriMobili, è patrocinata dal C.U.T.A.M.C. - Centro Universitario per il Teatro, per le Arti visive, la Musica, il Cinema dell’Università degli Studi di Bari  “Aldo Moro”.
La rassegna “Registi fuori dagli sche(r)mi #2” è un’iniziativa cofinanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – Azione 4.3.1.
Info: www.apuliafilmcommission.it; redazione.uzak@gmail.com.
SCHEDA VICTOR ERICE
Considerato dalla critica più esigente e da molti colleghi (Amir Naderi nel suo fenomenale “Cut” inserisce “Lo spirito dell’alveare” tra i dieci migliori film della storia, mentre Monte Hellman fa dire al protagonista del suo “Road to Nowhere”, mentre guarda Lo Spirito: “That’s a fucking masterpeace!”) come uno dei maggiori registi viventi, Victor Erice ha dato vita in più di quarant’anni di attività, malgrado l’esigua produzione, ad alcune delle immagini più febbrili, fiammeggianti, magiche della storia del cinema. Da “Los Desafìos” (1968) al recente episodio nel film collettivo “Centro Historico” (presentato al Festival di Roma), passando per capolavori quali appunto “El espiritu de la colmena” (1973) e “El sol del membrillo” (1992), Erice ha indagato e mostrato nello spazio di sequenze magnetiche (tutt’uno con il mistero di altopiani, cortili mistici, meridioni mitici), il significato della luce, dell’infanzia, degli affetti, cioè, in una parola, del cinema.
SCHEDA “EL ESPIRTU DE LA COLMENA”
“Lo Spirito dell’alveare” (1973), proiettato in una splendida versione restaurata, resta indiscutibilmente uno dei film più importanti della storia del cinema. Il capolavoro di Victor Erice narra dell’iniziazione di una bambina Ana all’arte, all’immaginazione, alla poesia del mondo: ne scopre i misteri, gli umori, gli abitanti abominevoli e affettuosi. Scopre cioè la diversità di visione (rispetto alla storia tragica cosparsa di sangue: siamo nel 1940, anche se spazio e tempo sono sospesi); diversità propria dell’incanto, di cui diviene simbolo il film di James Whale “Frankenstein” (1931) e proprio il mostro, in qualche modo redivivo, oltre che uno sconosciuto viaggiatore. È un film di notti stellate e silenziose, di misteriose arnie, di boschi, di lande in cui il vento sussurra qualcosa, risuona in un paesaggio lunare, favoloso: regno della luce e della melodia.