La Mostra del Cinema di Venezia sbarca eccezionalmente in Mediateca

Aria veneziana nella Mediateca Regionale Pugliese di Bari, gestita da Apulia Film Commission, che riapre lunedì 1° settembre collegandosi per tutta la prima settimana alla SALA WEB della 71^ Mostra del cinema di Venezia, anche quest’anno utilizzando la piattaforma web “Mymovieslive!”.
In quasi contemporanea alle proiezioni del Lido, fino all’8 settembre, gli utenti della Mediateca potranno eccezionalmente apprezzare in streaming, ogni giorno alle 18.30 e alle 21.00, alcuni dei titoli in concorso alla 71^ Mostra del cinema, nelle sezioni “Orizzonti” e “Biennale College”, che propongono film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive (il caso di Orizzonti) o frutto del lavoro di giovanissimi autori provenienti da tutto il mondo (Biennale College).
Per accedere alla proiezione occorre essere registrati in Mediateca e venire muniti della tessera. I posti sono limitati e le prenotazioni saranno aperte mezz’ora prima della proiezione.
Il programma si apre quindi lunedì 1° settembre alle 18.30 con “The President” di Mohsen Makhmalbaf, storia ambientata in un paese caucasico di fantasia (115 minuti, georgiano con sottotitoli in inglese). Il Presidente è un dittatore che a seguito di un colpo di stato si mette in fuga insieme al nipote di cinque anni. I due intraprendono un viaggio attraverso le terre che un tempo il Presidente governava. Ora, travestito da musicista di strada per non farsi riconoscere, l’ex dittatore entra in contatto con il suo popolo e lo conosce da una nuova prospettiva. A seguire, alle 21.00, la proiezione del progetto “Blood Cells” di Joseph Bull e Luke Seomore (86 minuti, sezione “Biennale college”, live dal Lido con sottotitoli in italiano). Dieci anni dopo che una catastrofe ha distrutto la sua famiglia e la sua fattoria, un ritorno dal passato costringe un giovane esiliato a imbarcarsi in un’odissea attraverso i confini incerti e bellissimi dell’Inghilterra di oggi.
Martedì 2 settembre, alle 18.30 la “La vita oscena” di Renato De Maria, con Isabella Ferrari (85 minuti, sezione Orizzonti). Racconto di formazione di un ragazzo che attraversa i traumi e i dolori fino in fondo, spingendosi a cercare la morte, per poi arrivare alla rinascita. Alle 21.00 “These are the rules” (77 minuti, in croato con sottotitoli in inglese) di Ognjen Svilicic, ambientato nella Zagabria di oggi, dove una coppia di mezza età e di umili origini si ritrova ad affrontare un dramma famigliare: il figlio unico adolescente è stato vittima di un brutale pestaggio in strada e i genitori devono fare i conti con emozioni che credevano di aver superato, come la paura per la propria incolumità e la riluttanza verso una società violenta in cui domina il principio della sopraffazione.
Mercoledì 3 settembre, alle 18.30, “Short skin” di Duccio Chiarini (83 minuti, sezione Biennale College, sottotitoli in inglese), storia dell’adolescente Edoardo che sin da piccolo, soffre di una malformazione al prepuzio che gli impedisce di masturbarsi e lo rende insicuro e impacciato con le ragazze. Chiuso nel suo microcosmo asessuato, Edoardo è infastidito dalle pressioni del mondo circostante, che non fanno che peggiorare le sue insicurezze. Tutti attorno a lui sembrano parlare solo di sesso. A seguire, alle 21.00, la proiezione di “Bypass” di Duane Hopkins (103 minuti, sezione Orizzonti, live da Lido, in inglese senza sottotitoli). Il film racconta la storia di Tim, un giovane della classe proletaria inglese. Tim è un bravo ragazzo che deve occuparsi di un numero spropositato di questioni e cerca di trovare i mezzi per farlo. Ha bisogno di guadagnare, ha un figlio in arrivo, non sa scrivere né leggere, ha recentemente perso sua madre e ha una fidanzata da cui sta per avere un figlio. Tim è anche un piccolo ricettatore che vende oggetti rubati.  Tim è malato, ma non capisce quanto malato. Quando la pressione cresce, anche la sua malattia peggiora e un giorno si sveglia in un letto d’ospedale, attaccato a fili e macchinari.
Giovedì 4 settembre alle 18.30 si comincia con “H” di Rania Attieh (93 minuti, sezione Biennale College, in inglese senza sottotitoli), rivisitazione immaginaria, moderna e lirica di una classica tragedia greca e si continua, alle 21.00, con “Io sto con la sposa” di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry (89 minuti, sezione Orizzonti, live dal Lido, in italiano e arabo con sottotitoli in inglese). Nella forma del documentario il film racconta di un poeta palestinese siriano e di un giornalista italiano i quali incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra: i due decidono di aiutarli a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia. Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri però, decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un'amica palestinese che si travestirà da sposa, e una decina di amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati. Così mascherati, attraverseranno mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri.
Venerdì 5 settembre alle 18.30 tocca a “Court” di Chaitanya Tamhane (116 minuti, sezione Orizzonti, con sottotitoli in inglese): qui il cadavere di un lavoratore della rete fognaria viene trovato sotto un tombino a Mumbai. Un vecchio cantastorie popolare viene processato con l’accusa di istigazione al suicidio per aver cantato una canzone che potrebbe aver incitato il lavoratore a commettere l’atto. Mentre il processo va avanti, le vite private, al di fuori degli ambiti lavorativi, degli avvocati e del giudice coinvolti nel caso vengono osservate per esplorare come i valori individuali e personali di queste persone possono avere implicazioni sui giudizi di vita e morte emessi in tribunale. Sempre venerdì 5, alle 21.00 “Line of credit” di Salomé Alexi (85 minuti, sezione Orizzonti, live dal Lido con sottotitoli in inglese): opera prima di Salomé Alexi, regista georgiana sensibile alla questione femminile e alla relazione che la donna intrattiene col mondo della produzione, “Line of Credit” racconta la storia di Nina e di una Nazione che versa in una crisi economica profonda e in un'altrettanta inquietudine civile. Costretta a chiedere un prestito e poi impossibilitata a pagare gli interessi troppo alti, Nina incarna il suo Paese.
Il ricco ed eccezionale ciclo dedicato alla Mostra veneziana si conclude infine lunedì 8 settembre, alle 18.30, con la proiezione di “Nabat” (105 minuti, con sottotitoli in inglese) opera seconda di Elchin Musaoglu, il regista dell'Azerbaigian il cui cinema, a cavallo fra finzione e documentario, è stato paragonato dal critico Peter Debruge di "Variety" al Neorealismo italiano alla Vittorio De Sica e a quello iraniano dei primi anni Ottanta. Nabat narra di una donna azera che vive con il marito malato in una casa isolata. Il loro unico figlio è morto in guerra e ora i due sopravvivono grazie al latte di una sola mucca di loro proprietà. Quando anche il marito muore, Nabat deve cavarsela da sola.