Il Golden Egg vinto da "Stella Maris" di Abbruzzese


"Stella Maris", l'ultimo cortometraggio del regista tarantino Giacomo Abbruzzese girato con il sostegno di Apulia Film Commission, vince il Golden Egg, il primo premio al Kustendorf Film & Music Festival organizzato da Emir Kusturica. Unico film italiano presente in competizione tra 17 film internazionali, Stella Maris è stato premiato da una giuria internazionale composta da Claudie Ossard (produttrice di Jacques Tati, Martin Scorsese, Emir Kusturica, Wim Wenders), Amanda Nevill (direttrice del British Film Institute), e Alex Garcia (produttore di Guillermo Arriaga and Atom Egoyan).
 
E' il quinto premio internazionale per Stella Maris nei primi tre mesi di distribuzione. Girato interamente in Puglia tra Polignano a Mare, Grottaglie e Villa Castelli, il cortometraggio è già stato selezionato in undici festival tra Francia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Serbia, Romania, Estonia. Tra una settimana il film sarà presentato in concorso al Festival di Clermont-Ferrand, il più importante festival internazionale di cortometraggi.
 
Sinossi
 
Un piccolo paese dimenticato del sud Italia. La storia di un artigiano delle luci e di sua figlia, di un sindaco orbo, di fuochi d'artificio come bombe e della street-art come rivoluzione.
 
 
Note di regia
 
Nei riti collettivi, l'attesa dell'evento e la cerimonia dell'evento stesso creano una situazione di sospensione delle regole, delle leggi. Una frattura nel reale, che lascia spazio a credenza, violenza, mistero.
Marina e Bruno sono due artisti, così come sono due vandali, così come sono due rivoluzionari. La street art è qualcosa che mescola liberamente le categorie. Il punto è essere sempre contro tutto. Con qualcosa di un personaggio di Nicholas Ray, un istrionismo ferito e senza speranza.
Il sindaco ha già perso un occhio, Bruno è già in prigione, Vito è già affranto. Come in Dostojevski, l'idea è di partire dagli effetti e non dalle cause per presentare i personaggi.
La catastrofe finale sarà quella di un destino avverso come ultimo e principale evento di un poema drammatico che non rinuncia a momenti di gioia e di farsa.