"Il conformista" di Bernardo Bertolucci al Piccolo di Bari Santo Spirito

A quarantatre anni dall’uscita nelle sale e dalla presentazione al Festival del cinema di Berlino, “Il conformista” di Bernardo Bertolucci torna al cinema nella versione restaurata curata dalla Cineteca di Bologna e dal gruppo editoriale Minerva Raro Video e trova casa nel Circuito D’Autore di Apulia Film Commission: il Piccolo di Bari Santo Spirito lo proietterà infatti eccezionalmente e in esclusiva per il sud da giovedì 10 gennaio e fino a giovedì 17 (spettacoli alle 18.30 e alle 20.45, info www.dautore.apuliafilmcommission.it).
Tratto dal romanzo di Alberto Moravia, indagine su quel “conformismo borghese” che ha caratterizzato l’Italia fascista, ma anche quella del secondo dopoguerra, il film aveva per protagonisti i giovani attori Jean Louis Trintignant, Stefania Sandrelli, Dominique Sanda e Gastone Moschin, laddove la fotografia venne affidata al genio poetico di Vittorio Storaro.
La trama:
Parigi, 15 ottobre 1938. Marcello Clerici esce da un hotel, sale su un'auto e inizia l'inseguimento di due persone: un professore antifascista, Luca Quadri, e sua moglie Anna. Durante il viaggio Marcello rivive attraverso la memoria alcuni momenti della propria vita. Tredicenne, egli ha ucciso un autista, Lino, che cercava di sedurlo. Più avanti negli anni, Marcello si sposa e ciò che vuole è una vita normale e integrata. Decide però che per riconquistare l'equilibrio perduto deve compiere un omicidio commissionatogli dal regime fascista e accetta di preparare l'assassinio di un esule, che era stato suo professore universitario. In viaggio di nozze a Parigi con Giulia, avvicina Quadri e la moglie Anna, e ne conquista la fiducia, mentre tra le due donne sembra avviarsi una relazione ambigua. L'inseguimento di Quadri e di Anna si conclude sulle Alpi, dove l'assassinio viene eseguito da quattro sicari. Quando il regime cade, il 25 luglio 1943, Marcello è costretto a staccarsi dagli amici fascisti. Aggirandosi nella Roma caotica e finalmente libera, incontra casualmente l'autista che credeva di avere ucciso e lo accusa di essere responsabile dell'omicidio del professor Quadri e della moglie.
Tratto da un romanzo minore di Alberto Moravia, il film costituisce una svolta importante nel percorso di Bernardo Bertolucci, in quanto segna il distacco da un modello di cinema ispirato alla Nouvelle vague e l'affermazione di una ricerca più personale e non meno complessa. Bertolucci sceglie di lavorare in una situazione produttiva di più ampio respiro e di uscire dall'orizzonte autoespressivo che aveva caratterizzato le sue prove più significative. Parte dal romanzo di uno scrittore affermato, ma un po' tradizionale, e lo usa come una struttura narrativa di partenza, su cui operare con innovazioni di rilievo.