L'intelligenza della Lega.

Il quotidiano da leggere quest'oggi è il Corriere della sera dove, a pagina 5, campeggia una lunga intervista al ministro Roberto Maroni. Lega nord.
La si legga tutta, sino in fondo, e si capisca finalmente che la Lega è la nuova Democrazia cristiana. E c'è poco, molto poco da ridere.

Poche pagine oltre campeggia foto trionfante e popolare di Renzo Bossi, rampollo di famiglia, bocciato tre volte alla maturità e per questo premiato con migliaia di preferenze ed eletto nel consiglio regionale lombardo.
Continuiamo così, diamo il buon esempio alle giovani generazioni, che un posticino si trova sempre anche ai somari.

Bene, bravi, bis.

La fonte: corriere.it

ROMA— Le riforme: "Tocca alla Lega fare quella Costituzionale". I magistrati: "Aboliamo l’obbligatorietà dell’azione penale". Il sindaco di Milano: "Stiamo facendo un pensierino anche su Napoli". Il ministro Roberto Maroni elenca le priorità del Carroccio e anticipa quello che la Lega chiederà questa sera durante l’incontro a Villa San Martino con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

Presentate il conto dopo la vittoria elettorale?
"Noi non chiediamo né posti né nuovi assetti di governo".

Neanche il ministero dell’Agricoltura?
"Decide Berlusconi, se vuole assegnarlo a noi faremo bene, ma su questo non abbiamo istanze".

E allora che cosa volete?
"Che sia affidato a Umberto Bossi e Roberto Calderoli il compito di formulare una proposta di grande riforma della Costituzione disegnando il nuovo assetto costituzionale e federale. Credo che la Lega lo meriti, che sia il riconoscimento del nostro straordinario successo. Siamo pronti e soprattutto abbiamo la capacità per farlo".

E crede che gli altri saranno d’accordo?
"Ci saranno le resistenze di chi ci continua a dipingere come gente rozza e senza cultura".

A chi si riferisce?
"A numerosi commentatori, ai cosiddetti poteri forti che vogliono lo status quo".

E dentro il Pdl?
"Tutti sanno che chi può davvero cambiare le regole siamo noi visto che non abbiamo cambiali da pagare, siamo gente concreta che non si fa comprare. Anche Berlusconi sa che se vuole davvero fare la grande riforma non può che affidarsi alla Lega, noi siamo leali. La nostra vittoria rafforza il governo. Se vuole passare alla storia non può che stare con noi".

La priorità?
"Senato federale e nuova riforma del titolo quinto che va cambiato perché il sistema di competenze concorrenti tra Stato e Regioni ha creato un guazzabuglio con conflitti continui davanti alla Corte Costituzionale. Poche materie esclusive allo Stato, tutto il resto alle Regioni".

E la riduzione dei parlamentari?
"Si deve fare subito. Vorrei ricordare che noi l’avevamo approvata e soltanto un atteggiamento miope dell’opposizione ha cancellato tutto con il referendum".

Il modello di presidenzialismo?
"Alla francese. Se sono chiare competenze del governo e delle Regioni, assegna il giusto potere a chi viene eletto direttamente dal popolo e deve poterlo esercitare".

Siete disposti a fare la riforma costituzionale senza l’opposizione?
"La nostra sfida è di farla approvare dai due terzi del Parlamento e riusciremo a vincerla. Noi apriremo il confronto con le opposizioni, con la società civile, con la magistratura. L’ho già detto in passato: il Pd è per noi un interlocutore indispensabile. Noi abbiamo tre anni davanti, non siamo come la sinistra che ha dovuto agire prima che cadesse il governo avendo l’ansia di tenere unita la coalizione. Abbiamo già riformato le pensioni e il Welfare, ora Bossi e Calderoli sono le persone giuste per fare il resto".

Pensa davvero che la componente di Alleanza nazionale darà il via libera?
"Il presidente Gianfranco Fini e i suoi possono dare un contributo sul presidenzialismo. Ma ci vuole qualcuno che coordini e la regia deve essere della Lega. Del resto noi siamo il vero motore e dunque il soggetto giusto". E sulla giustizia? "La riforma la studia il Guardasigilli Angelino Alfano, ma io sono convinto che si debba arrivare a una vera separazione delle carriere e— questo è un mio pallino da quindici anni — all’eliminazione del principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, in modo da rendere davvero responsabili delle proprie scelte i magistrati".

Con il pubblico ministero dipendente dall’esecutivo?
"Assolutamente no. Io propongo di salvaguardare l’autonomia della magistratura assegnando ai procuratori il compito di stabilire la gerarchia dei reati da perseguire. Del resto, nella realtà dei fatti questo principio è già stato abolito. A Torino il procuratore Marcello Maddalena ha indicato in una circolare a quali reati bisogna dare priorità".

Lo ha fatto dopo l’approvazione della legge che dimezzava i tempi di prescrizione e l’indulto.
"Ha dimostrato comunque che si può derogare a un principio che spesso ha rappresentato un’aberrazione rispetto alle intenzioni del legislatore perché ha portato a una totale assenza di responsabilità da parte dei magistrati che sbagliano o che non fanno le cose come devono essere fatte. Noi dobbiamo eliminare la foglia di fico che alcuni magistrati usano per fare operazioni politiche".

E dunque quale sarebbe la sua proposta?
"Con la creazione dei due Csm, la pubblica accusa stabilisce la lista delle priorità. Ma se poi agisce con ritardo, se fa intercettazioni inutili o se errori e negligenze consentono ai mafiosi di uscire dal carcere, ne paga le conseguenze".

Sulle intercettazioni non ci sarà questo problema visto che appena sarà approvata la nuova legge saranno limitate al massimo.
"Questa è una falsità della campagna elettorale che, come tutte le altre è stata spazzata via dall’unico giudice che è il popolo a cui non è ammesso ricorso".

Lei davvero crede che le nuove norme non influiranno sulla possibilità di indagare?
"Io sono sicuro che per i reati che davvero provocano allarme sociale non cambierà proprio nulla. In ogni caso noi dobbiamo riformare la giustizia malata perché non riesce a dare ai cittadini risposte in tempi rapidi. L’ultimo esempio riguarda Reggio Calabria. A gennaio, dopo la bomba esplosa di fronte alla Procura generale, io e Alfano siamo andati a Reggio Calabria e il Guardasigilli si è detto pronto a mandare immediatamente sei magistrati di rinforzo. Il parere del Csm è arrivato soltanto in questi giorni".

Il candidato sindaco di Milano sarà del Carroccio?
"Bossi si è già prenotato".

Il ministro Ignazio la Russa ha detto: "C’è un patto, spetta a noi senza condizioni".
"Schermaglie. Si vota a maggio del 2011 e fino ad allora ce n’è di tempo. Si voterà anche a Napoli".