Ecco perché

L'ex Presidente del Consiglio, uomo di mondo e di Tv, conosce bene questi numeri. Ecco perché usa lo strumento televisivo come pochi altri per crearsi consenso.
Noi, che nonostante tutto continuiamo a studiare, da tempo avevamo letto e segnalato uno bellissimo studio dell'Istituto Italiano per l'Industria Culturale dal titolo "Italia audiovisiva" che segnala come nell'universo dei media, contrariamente a quanto afferma la vulgata trionfalistica circa la pervasività dei new media, la cara vecchia televisione si rinnova e adegua alla crisi morale, civile ed economica del Paese. Ed ecco i risultati del 2012 come riportati in sintesi da una news di Box Office:
"L’anno appena concluso ha registrato un lieve incremento negli ascolti televisivi, +1% rispetto al 2011, per una platea di oltre 26mln di telespettatori in prima serata e una media di 10,3mln nelle 24 ore. L’aumento dell’audience è, da un lato, in linea con l’ampliamento della popolazione, come rilevano i dati Istat ripresi da Auditel. Dall’altro, il consumo televisivo cresce nei momenti di crisi, quando non si hanno troppi soldi da spendere; non a caso, nello stesso periodo, si sono registrati decrementi nel cinema e nelle vendite in libreria. La tv generalista intercetta circa il 75% del consumo prime time, mentre il 25% predilige le “altre tv” (canali nativi digitali, locali, satellitari, pay). Tra i canali generalisti, l’unica sorpresa positiva è RaiUno, che in prima serata ha guadagnato 158mila telespettatori, perdendo nel giorno medio solo l’1,7% di share e mantenendosi comunque sopra quota 1,9mln di audience. Nell’all day è Italia 1 ad aver perso più share (-11,27%), passando dall’8,25% del 2011 al 7,32% degli ultimi 12 mesi. Ma anche Canale 5 ha perso, nel giorno medio, il 9,6% della quota d’ascolto (-137mila persone). Mentre Sky, in prima serata, ha superato complessivamente 1,4mln di audience (+12%), con uno share passato dal 4,88% al 5,41%."
Fonte per "Italia audiovisiva": Isicult

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