"I corpi estranei" di Mirko Locatelli torna a Bari

Dopo l'anteprima al Cineporto di Bari nell'ambito della rassegna Registi fuori dagli Sche(r)mi e l'uscita nazionale del 3 Aprile, I CORPI ESTRANEI torna a Bari, giovedì 24 aprile, alle 20.45, al Multisala Showille, via Giannini, 9 - Bari.
 
Antonio è solo a Milano con il suo bambino, Pietro, affetto da una grave malattia: sono arrivati al nord per cercare uno spiraglio di salvezza. Jaber, quindici anni, vive a Milano con un gruppo di connazionali: è migrato in Europa da poco, in fuga dal Nord Africa e dagli scontri della primavera araba. L'ospedale è una città nella città dove entrambi sono costretti a sostare: Antonio per guarire Pietro, Jaber per assistere il suo amico Youssef. La malattia è l'occasione per un incontro tra due anime sole e impaurite, due "corpi estranei" alle prese con il dolore e la fragilità.
 
[…] il film di Locatelli è propositivo, non angoscia, mostra la metamorfosi del personaggio, interpretato da Filippo Timi, attore straordinario che qui raggiunge risultati impensabili […] il film stesso prima di vederlo è un corpo estraneo che ci diventa consanguineo, specie se raccontato da Locatelli con lo stile di un'istantanea del dolore ma anche della tenerezza e della dolcezza del padre.
Maurizio Porro - Corriere della Sera

[…] Un film che non cerca di compiacere lo spettatore, certo; non cerebrale, però: anzi, emotivamente intenso nel suo linguaggio severo ma necessario.
Roberto Nepoti - La Repubblica

[…] è un film che senza retorica sa raccontarci il sentimento della fragilità contemporanea diffusa: privata, collettiva, dei nostri tempi, del nostro mondo. E lo fa sperimentando una forma
cinematografica lucida, tesa, commuovente, segno di quel cinema italiano «inclassificabile» che nasce fuori dal sistema e forse è per questo il più vitale.
Cristina Piccino - Il Manifesto

[…] il film chiede molto, con il suo incedere di sofferto pedinamento, la sua liminarità tra fiction, documento e qualcos’altro che trascende entrambe le categorie, pone domande a cui non vuole rispondere: ma ripaga in pari misura concedendo attimi di sconvolgente intensità e verità.
Filippo Mazzarella - Corriere.it

[…] Nella dimensione di grigiore dell’anima dell’ospedale, Antonio e Jaber non abitano i luoghi, l’estraneità è il loro unico denominatore comune. Locatelli non insegue l’incontro fra i due; pedina, piuttosto, la loro non appartenenza (all’ambiente, alle comunità, l’uno all’altro). Trovando la via di un realismo asciugato di ogni retorica, anche nel campo minato di un reparto di oncologia pediatrica.
Ilaria Feole - Film Tv

[…] I corpi estranei è anche la storia di un uomo in attesa, che trova in Filippo Timi un'incarnazione straordinaria. Difficile dimenticare la sua interpretazione, tanto aderente alla situazione essa appare, così scarnificata e dolente, così vera, risultato ulteriore di un discorso cinematografico che proprio sul lavoro nella quotidianità, sull’immersione nel contesto, nella mimetizzazione della macchina da presa si fonda. L’interazione tra il protagonista e il bravo Jaouher Brahim (al suo esordio) è frutto di questo lavoro.
Luca Pacilio - Gli Spietati

[…] I corpi estranei conferma che per il suo regista il cinema non ha senso laddove non c’è disagio, questo deve affondare nel conflitto, in quell'“endemica irrequietezza evolutiva” che porta gli antagonismi a venire allo scoperto, deve sondare i punti deboli tanto dei personaggi quanto dei meccanismi narrativi, così come delle abitudini spettatoriali.
Matteo Marelli - Cineforum.it

[…] Il suo sguardo sensibile non si trasforma mai in giudizio, né cede a facili compromessi; mantiene invece la giusta distanza, affidandosi alle immagini e alle parole, specie quelle non dette, che segnano indelebilmente lo schermo e restituiscono, pur nella finzione cinematografica, qualcosa di profondamente vero.
Luigi Abiusi - UZAK
 
 
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